Subasta 12 Parte 1 Antiques Auction
28.9.20 (Su hora local)
Italia
 Mura dello Zerbino , 10R - 16122 Genova

Prima Sessione - 2020-09-28 15:00:00- dal lotto 1 al lotto 124

Seconda Sessione - 2020-09-28 15:00:00- dal lotto 125 al lotto 248

Terza Sessione - 2020-09-28 15:00:00- dal lotto 249 al lotto 372

La subasta ha concluido

LOTE 252:

BALDASSARRE FRANCESCHINI DETTO IL VOLTERRANO (1611-1690)
Ritratto di giovane con cane (come Adone?)

Vendido por: €28 000
Precio inicial:
27 000
Precio estimado:
€27 000 - €30 000
Comisión de la casa de subasta: 24% Más detalles
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BALDASSARRE FRANCESCHINI DETTO IL VOLTERRANO (1611-1690)
Ritratto di giovane con cane (come Adone?)
Olio su tela, cm 88 x 68

Ripreso a petto scoperto con un solo panno azzurro e bianco adagiato su parte delle braccia, in leggero scorcio, a tre quarti di figura, con le mani sul cane che allunga il muso per attirarne l¿attenzione, il giovane cela verosimilmente un ritratto come evidenziano il volto, definito nella bocca vermiglia e carnosa, le accensioni rosate delle guance, il naso diritto, gli occhi scuri, la bellissima massa di capelli dorati dalla luce. Molto probabile, considerata la presenza del cane, la sua identificazione con Adone, il bellissimo giovane, figlio di Mirra e di suo padre Cinira, re di Cipro, che fece perdutamente innamorare (senza ricambiarla) la dea Venere, come narra Ovidio nelle Metamorfosi, per poi morire giovane, vittima di un cinghiale, durante la caccia. In tal caso, il ritratto potrebbe avere anche un significato morale e suonare come monito alla caducità della bellezza e alla transitorietà della giovinezza, proponendosi di indirizzare verso ideali spiritualmente più elevati.
I dati di stile consentono di riferire l'opera al Volterrano, venendo così ad affiancarsi, con il suo fascino e la sua esuberanza adolescenziale, ai vari "Ganimede", "Ila" e "Amore" noti del pittore, che celebrano una bellezza idealizzata, all¿antica, e una notevole sensualità -in seguito all¿esempio di Francesco Furini- particolarmente apprezzata e richiesta dalla colta committenza fiorentina, che frequentava, al pari del Volterrano, i vari circoli intellettuali gravitanti attorno alla corte.
La materia pittorica spessa, stesa in modo rapido, sembrano orientare la datazione della tela nella seconda metà degli anni Cinquanta, nel tempo in cui il Volterrano lavorava alla cupola della cappella Niccolini nella chiesa di Santa Croce a Firenze, celebrata dalle fonti antiche e dalla letteratura moderna quale capolavoro del pittore. Si tratta di una fase cruciale dell¿attività del Volterrano, che, fatto tesoro delle esperienze maturate durante i viaggi in Emilia (1651) e a Roma (1653), conia un proprio linguaggio originale in cui sono sintetizzate e rielaborate originalmente molteplici e diversificate sollecitazioni stilistiche (Correggio, Reni, Cortona, Bernini).
La magistrale resa del manto dell¿animale, reso con pennellate sciolte, virtuosistiche, con il suo occhio liquido, intenso, acceso da un tocco di luce, trova confronti ineccepibili nel risvolto di pelliccia del Ritratto di giovane in veste di David di collezione privata (olio su tela, 58 x 48 cm, 1660 circa), giungendo ad avallare la collocazione cronologica qui proposta.
Inedito.

Francesca Baldassari
Firenze, 11 settembre 2020