Аукцион 58 Часть 4
от GONNELLI CASA D'ASTE - dal 1875
13.3.25
Via Fra' Giovanni Angelico, 49 50121 Firenze (FI), Италия

Libri, autografi e manoscritti

mar 11 MARZO - gio 13 MARZO 2025

I SESSIONE

Martedì 11 marzo ore 14

Lotti 1-25: Autografi

Lotti 26-49: Manoscritti

Lotti 50-86: Futurismo: manifesti, libri e autografi

II SESSIONE

Mercoledì 12 marzo ore 10

Lotti 87-112: Libri del Novecento

Lotti 113-121: Facsimili

Lotti 122-200: Libri Illustrati e d’Artista

III SESSIONE

Mercoledì 12 marzo ore 14

Lotti 201-224: Caccia e pesca

Lotti 225-287: Storia locale italiana

Lotto 288-327: Incunaboli

Lotto 328-361: Post-Incunaboli

IV SESSIONE

Giovedì 13 marzo ore 10

Lotti 362-510: Libri a stampa dal XVI al XX secolo (I parte)

V SESSIONE

Giovedì 13 marzo ore 14

Lotti 511-657: Libri a stampa dal XVI al XX secolo (II parte)


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ЛОТ 393:

Modelli d'armamento e tipi di posa. Album n. 2. [S.l.]: Tip.-lip. direzione generale ferrovie del Mediterraneo ...

Продан за: €180
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180
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Аукцион проходил 13.3.25 в GONNELLI CASA D'ASTE - dal 1875
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Modelli d'armamento e tipi di posa. Album n. 2. [S.l.]: Tip.-lip. direzione generale ferrovie del Mediterraneo, s.d. [i.e. 1886 ca.].

In-folio oblungo (mm 338x530). Carte [95] (di 99). Rinforzo al margine interno del frontespizio, fioriture diffuse e uno strappetto marginale a una delle carte di testo, ma nel complesso buona copia. Mancanti 4 carte, secondo collazione SBN. Legatura editoriale in piena tela beige, con motivo geometrico e titoli in nero al piatto anteriore e al dorso. Ampie gore, macchie e un restauro che coinvolge il piatto posteriore e il dorso.



Questo album tecnico, estremamente raro, rappresenta un documento fondamentale per la storia industriale italiana. Si tratta di uno studio ingegneristico sui modelli di armamento ferroviario, frutto di un meticoloso lavoro di analisi affidato a una commissione di esperti e politici. La commissione era presieduta da A. Baccarini e includeva, tra i delegati del governo, G. Bussi e F. Pesapane, mentre il ruolo di segretario era ricoperto da F. Manusardi. Inoltre, partecipavano due delegati della Società Mediterranea, S. Mantegazza e P. Colombo. La raccolta di informazioni è di altissimo livello e fornisce un quadro dettagliato sulla diversificazione delle linee ferroviarie, con particolare attenzione alla posa delle rotaie, alla loro lunghezza e ai materiali utilizzati. Vengono analizzati diversi tipi di armamento, tra cui le rotaie Vignole, a doppio fungo e Brunel, con un'accurata descrizione delle diverse modalità di giunzione: a stecche appoggiate, a cuscinetto, su dadi in pietra o sospese. Inoltre, il volume include un elenco dettagliato che, per ciascun tipo di armamento, riporta tabelle riassuntive con le lunghezze del binario principale, la disposizione delle stazioni e officine, nonché le diramazioni. L'opera fa parte di uno studio più ampio intitolato Constatazione delle linee componenti la Rete Mediterranea, articolato in tre album. Oltre a questo volume, risultano censiti negli archivi OPAC anche i seguenti due repertori: Sezioni normali del corpo stradale e Piani generali, che documentano la struttura delle stazioni, delle fermate, delle cave, dei cantieri, delle officine e delle diramazioni verso stabilimenti privati. La Rete Mediterranea era il sistema ferroviario gestito dalla Società Italiana per le Strade Ferrate del Mediterraneo, che comprendeva principalmente le linee del nord-ovest italiano, quelle liguri e tirreniche. Nota anche come Mediterranea, la società fu fondata l’8 giugno 1885 con atto notarile rogato da Antonio Lazzati e nacque grazie a un consorzio di banche, tra cui la Banca Generale di Roma, che ebbe un ruolo predominante. La società stipulò con lo Stato un'apposita convenzione per la gestione del trasporto ferroviario e stabilì la sua sede a Milano. Il governo italiano decise di riorganizzare le ferrovie della penisola, suddividendole in due grandi reti longitudinali: la Rete Mediterranea, che si estendeva per 4.171 km, e la Rete Adriatica, lunga 4.379 km. Entrambe furono concesse in esercizio a due grandi società, le quali pagavano un canone allo Stato per la gestione. Il contratto di concessione prevedeva una durata di 60 anni, con la possibilità di disdetta ogni ventennio, previo preavviso di due anni. La Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo rimase operativa fino al 1970, anno della sua definitiva chiusura.